
Il V̇O2max è la sigla che comunemente definisce il consumo massimo di ossigeno o la capacità aerobica massima. In altre parole è il tasso massimo di consumo di ossigeno misurato durante l’esercizio incrementale cioè, l’esercizio di intensità crescente.
Perché VO2max?
La sigla racchiude tre abbreviazioni, vale a dire: “V” che indica per unità di tempo; “O2” per ossigeno; “Max” per massimo.

Misurare il V̇O2max
Misurare il V̇O2max consente di ottenere il valore quantitativo dell’idoneità alla resistenza per il confronto degli effetti dell’allenamento individuale e tra le persone che stanno effettuando allenamento di resistenza. Il consumo massimo di ossigeno riflette l’idoneità cardiorespiratoria e la capacità di resistenza nella prestazione fisica.
V̇O2Max espresso come tasso assoluto
V̇O2Max è espresso come tasso assoluto in (per esempio) litri di ossigeno al minuto (L/min) o come tasso relativo in (per esempio) millilitri di ossigeno per chilogrammo di massa corporea al minuto (per esempio, ml/ (kg·min)). Quest’ultima espressione viene spesso utilizzata per confrontare le prestazioni degli atleti di sport di resistenza. Tuttavia, V̇O2Max generalmente non varia linearmente con la massa corporea, né tra individui all’interno di una specie né tra specie, quindi i confronti delle capacità di prestazione di individui o specie che differiscono per dimensioni corporee devono essere effettuati con procedure statistiche appropriate, come la cosiddetta analisi di covarianza.
Il VO2Max dipende dall’apporto di ossigeno (O2 atmosferico, ricambio d’aria nei polmoni, potenza di pompaggio del cuore e flusso sanguigno arterioso ai muscoli) e anche dalla richiesta di ossigeno da parte dei tessuti (i mitocondri consumano quasi tutto l’ossigeno utilizzato).
Il Valore
Il valore VO2max di ogni persona è stabilito principalmente dalla genetica. Questo spiega il perché, a volte, ci sono persone che non hanno mai praticato sport, ma che appena iniziano ad allenarsi raggiungono buoni risultati con una certa facilità. Ed altre che hanno, invece, bisogno di allenamenti continui per arrivare a migliori risultati.
Quanto si può migliorare?
Secondo alcuni studi è stato elaborato che la capacità di miglioramento del VO2max che può ottenere una persona con l’allenamento costante sia solamente del 10-20%. Questo è un dato che spesso risulta sorprendente, ma bisogna tenere conto che non si arriverà a raddoppiare il proprio VO2max, anche con allenamenti assidui; non vuol neanche dire, però, che non si possa migliorare per niente.
L’Età influisce?
Il VO2max dipende anche dall’età: di solito, diminuisce con gli anni. Le tabelle dei valori VO2max si disegnano spesso per fasce d’età, per fornire stime che possano essere il più accurate possibili. Le caratteristiche generali che influenzano il V̇O2max includono al contempo età, sesso, forma fisica e allenamento e altitudine.
La Misurazione
La misurazione accurata del V̇O2max comporta uno sforzo fisico sufficiente per durata e intensità a sollecitare completamente il sistema energetico aerobico. Nei test clinici e atletici generali, questo di solito comporta un test da sforzo graduale (su un tapis roulant o su un cicloergometro) in cui l’intensità dell’esercizio viene progressivamente aumentata mentre si misura: ventilazione; concentrazione di ossigeno e anidride carbonica dell’aria inalata ed espirata. A questo punto il V̇O2max viene raggiunto quando il consumo di ossigeno rimane stazionario nonostante un aumento del carico di lavoro. Questo perché l’offerta è data dal trasporto di ossigeno dai polmoni ai mitocondri (combinando la funzione polmonare, la gittata cardiaca, il volume del sangue e la densità capillare del muscolo scheletrico), mentre la domanda è la velocità con cui i mitocondri possono ridurre l’ossigeno nel processo di fosforilazione ossidativa. Di questi, i fattori di offerta possono essere più limitanti. Tuttavia, si sostiene anche che mentre i soggetti formati hanno probabilmente un’offerta limitata, i soggetti non formati possono effettivamente avere una limitazione della domanda, vale a dire la velocità con cui i mitocondri possono ridurre l’ossigeno nel processo sopra descritto.
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